Vorresti un'idea su dove trascorrere il Natale? Magari una meta particolare per la stagione, uno strappo alla regola, un posto non convenzionale.
Non la solita destinazione natalizia insomma.
Associare le idee, può rivelarsi una perfetta prova d'intelligenza ma, al contrario, può rappresentare anche un limite invalicabile.
Ad esempio, parlando di Roma ci verrebbe subito in mente il suo magnifico Colosseo.
Se pensiamo al Natale, una coltre di neve cala sulla nostra immaginazione insieme a slitte, abeti e montagne. In effetti, quale altro contesto potremmo collegare al periodo delle feste? Tuttavia, ci sono sempre le famose eccezioni alla regola che scuotono anche i più rigidi cliché.
Il Salento da anni è ormai sinonimo di vacanze da bella stagione e sceglierlo per passarci il 25 di dicembre potrebbe suonare come ordinare una granita in Lapponia. Eppure noi l'abbiamo scelto per varie ragioni e abbiamo visto cadere il mito di immiscibilità tra determinate stagioni ed specifiche location.
Questa è sicuramente una terra, il Salento, che vanta un bouquet di tradizioni e folklore adatte ad ogni parte dell’anno.
COME RAGGIUNGERE
Rotolare giù verso la Puglia, parafrasando un gettonatissimo brano musicale, vuol dire ruzzolare su una carta crespa che, dulcis in fundo, diventa magicamente liscia come la pelle di un biliardo. L’A14 può trasformarsi facilmente in un incubo tra interruzioni e lavori stradali ma, dal Molise in poi, l'autostrada e tutto il resto si raddrizzano e guidare è quasi un piacere. Possiamo tranquillamente affermare che si tratta della “preview” di un “mood” che accompagnerà i turisti per il resto della loro vacanza.
Diversamente in treno fino a Lecce esistono collegamenti dalle principali città italiane, nonché in aereo per Brindisi anche dall'estero.
Il sole non tradisce la penisola salentina neanche in inverno e resta un suo fedele alleato che illumina, cocente, i suoi pomeriggi. I cieli sono di quel tono di azzurro a noi sconosciuto, limpidi come uno schermo di vetro senza “cover”.
Saranno forse le recrudescenze di un’estate indimenticabilmente calda che rifioriscono non appena le nuvole tolgono il disturbo.
Le giornate che precedono il 25 dicembre trascorrono in nome di quella “slow-life” da “no stress” e faccende sbrigate in extremis, tipica di questo Sud sornione e rilassato. Il traffico di anime è davvero blando e si gira in assoluta tranquillità.
Se capita di camminare per paesi soprattutto a sera, annuserete l’acceso odore dei camini che pregna le stradine. Indipendentemente dalla classe sociale e dal tipo di abitazione, qui nessuno è privo di questo insostituibile compagno di invernate dove si bruciano le “liune”, termine col quale si indicano i comodi tocchetti di legna d'ulivo.
FOLKLORE E TRADIZIONI SALENTINE
L’elemento fuoco è infatti qui venerato in diverse manifestazioni, tra le quali quella delle “panare” in Spongano, Comune del Basso Salento a pochi chilometri dalla costa adriatica, durante la quale vengono incendiati cesti di palme finemente imbottiti di sansa, un sottoprodotto delle olive.
Nell’antico cuore di Specchia vicino Tricase, recentemente inserito tra i borghi più belli d’Italia, viene promosso un presepe vivente tra le pittoresche “chianche lisce” delle sue casette.
L’elegante centro storico di Maglie, centro interno a 20 chilometri a sud del capoluogo di provincia, imbarocchito di splendidi palazzi, propone invece shopping di lusso nel quadrilatero intorno alla centralissima Piazza Capece, sede del rinomato ginnasio. Luci, vetrine preziosamente allestite a feste natalizie nell’ipnotica tavolozza dei colori elettrici delle insegne piantate nella sontuosa pietra leccese, ubriacano il visitatore calato nel flusso ininterrotto di entusiasti acquirenti e compratrici in tiro.
CASTRO : STORIA E ATTRAZIONI DA VISITARE
Castro figura a pieno titolo tra le primizie balneari salentine e, complici i giorni eccezionalmente caldi e i venti completamente spenti, da lontano appare quasi come un luogo esotico con le sue titaniche palme immobile come tralicci ficcate nella scogliera. Il mare è marziale e le sue acque sono nude, spogliate dai raggi primaverili che ne decriptano gli splendidi fondali marini.
Un paio di stranieri ha probabilmente deciso di scatenare l’invidia sui social e azzarda un tuffo immortalato dalle cineprese dei cellulari.
Questa è l’atmosfera che si respira a poche ore dal Natale qui nel Salento, nel basso Adriatico, a poche ore dalla nascita di Gesù. Ci sembrano quasi quasi inopportune le note di Jingle Bells & co. che le radio girano a nastro e, a maglie sbracciate, avremmo forse più voglia di ascoltare un pezzo latino americano.
Un motivo per sentire questo Natale, dobbiamo proprio andarcelo a cercare con il lanternino. Anzi, con l’automobile. Così ci allontaniamo dalla costa e dal porto imbocchiamo l’altura dove è arroccato l’antico nucleo di Castro. Qualcuno sorriderebbe, ma raggiungere i cento metri d’altitudine per un salentino equivale a scalare una montagna.
Scherzi a parte, “Castro Città” come suol definirsi per distinguersi dalla più bassa “Castro Marina”, è una minuscola fortezza che si schiude dalla principale Piazza Armando Perotti che, oltre a due graziose caffetterie, offre un'impagabile plancia lastricata che sorveglia dall'alto la Grotta Zinzulusa e la vicina Santa Cesarea Terme.
Sì, questo gioiello medievale di 3.000 anime, ha davvero tanto da raccontare. Del resto, lo impara subito il turista curioso che, nella terra dei due mari, anche una contrada apparentemente insignificante può nascondere retroscena storici millenari. È proprio il caso di dire che qui “anche le pulci hanno la tosse”.
Racchiusi in pochissimo spazio, ci sono il castello, la Chiesa dell’Annunziata, i resti della basilica bizantina e il palazzo vescovile. I viottoli sono deliziosi e le case bianche cesellate da ringhiere e porticine celesti pittorescamente scorticate dalla salsedine e dal tempo, ne fanno un quadretto in perfetto stile greco.
Qui, a pochi passi da un’area definita “Grecìa Salentina” dove ancora si parla il “griko”, i sodalizi con il mondo ellenico non mancano. E neanche le testimonianze storiche. Leggenda vuole che il mitico Enea, scampato alla guerra di Troia, approdò sulle coste salentine. Tuttavia la paternità dello sbarco si è per anni dibattuta tra Badisco, Otranto e, appunto, Castro.
Ma le prove riportate alla luce da recenti scavi archeologici collocherebbero inconfutabilmente la “Perla del Salento” come tappa prescelta dall’eroe troiano. Sono stati repertati oggetti in uso alla Magna Grecia e un “Athenanion”, santuario alla dea Athena della quale, “Iliaca” per esattezza, addirittura, è stata ritrovata anche una statua. Lavori ancora in corso e anche brividi.
“Le brezze bramate crescono ed ormai più vicino si apre il porto. E sulla rocca appare il tempio di Minerva”.
Forse ora è ancora più chiaro quale fosse il porto cantato da Publio Virgilio Marone.
A noi ci rimane il ricordo speciale di un caldo Natale in una terra che sempre ci meraviglia.
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