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MERAVIGLIE MAREMMANE: CIBO,TERME,BORGHI DA RICORDARE

La nostra nuova avventura inizia dai caselli di Bologna, dove il traffico stradale vive il suo perpetuo parossismo, verso lidi più lenti e meno congestionati.

Abbiamo scelto Grosseto, forse di fretta e poco convinti, come quando in gelateria siamo colti impreparati se uno dei nostri gusti preferiti è terminato e ci tocca ripiegare velocemente su altro.

Ad ogni modo, abbiamo premura di raggiungerla rapidamente, perciò escludiamo tratte panoramiche e diamo gas sulla “direttissima” Bologna - Firenze.

Mentre scrivo il report di questa breve vacanza, mi convinco ancora più fermamente di quanto risulti nocivo il pregiudizio in fatto di viaggi: quanto mi sbagliavo quando credevo la Maremma una desolante e spoglia landa pianeggiante, scialba come il pane “sciapo” che sfornano da queste parti.

Prima di raggiungere la struttura della quale saremo ospiti, una scorrazzata sulla costa ci potrebbe soddisfare l’impellenza del primo bagno dell’estate.

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA

Il fido Google Maps ci propone “Punta Ala” tra le attrazioni balneari nei paraggi ed è qui che faremo il battesimo dell’acqua. E’ una spiaggia stretta tra il mare e una pineta piuttosto spelacchiata. Non ne usciamo particolarmente entusiasti e ci rimettiamo in macchina con l’obiettivo di visitare invece il vicino promontorio, che lontanamente sfoggia parvenze piuttosto intriganti.

Proviamo ad esplorarlo nel tentativo di giungere a riva, dove pare vi sia un porto turistico, ma ci smarriamo in un ginepraio di vicoli ciechi, mega ville private e aristocratici campi da golf che proprio non comprendiamo come zigzagare.

Rinunciamo così a correggere il tiro e muoviamo verso Castiglione della Pescaia che, sulle prime, sembra essere molto più viva rispetto a dove eravamo poco prima.

Ci avviamo a piedi sul breve lungomare di porfido che funge da spartiacque tra moderne villette a schiera e lidi attrezzati che profondono invitanti olezzi di pesce cucinato.

Nel bel mezzo di questa modernità, ci domandiamo dove sia la parte storica del paese e un’imponente fortezza sulle vicine alture fuga ogni nostro dubbio.

E mentre proviamo a raggiungerla inquadrandola nel nostro campo visivo, ci ritroviamo, senza accorgercene, pedoni sui lastricati del cuore antico di Castiglione.

Le possenti mura che celano un borgo perfettamente intatto, sono opera degli Aragonesi, dei Pisani e infine dei Senesi, in sequenza dominatori che si sono succeduti dal Medioevo fino all’età rinascimentale.

In origine, Castiglion della Pescaia era il classico avamposto d’età romana nato a valle e poi, nel tempo, risalito a monte per meglio sfuggire ai frequenti attacchi pirateschi.

Oltre l’antica porta, gonfiamo i polmoni per affrontare la salita che ci conduce sulla sommità dell’abitato, in piazza Georg Solti, illustre direttore d’orchestra e cittadino onorario. Da qui dominiamo appieno tutto il panorama ai nostri piedi.

LE CALDE CASCATE DI SATURNIA

Finito il tour, voliamo verso l’agriturismo nel quale pernotteremo in questi giorni, un cascinale riammodernato che sulle mappe appare come un boccino in mezzo ad un immenso panno verde, il Parco Regionale della Maremma.

Nonostante i tempi molto ristretti e gli ammonimenti riguardo il forte afflusso di visitatori, non vogliamo rinunciare alle leggendarie terme di Saturnia.

Le raggiungiamo in circa un’ora di salite, curve e discese. Non siamo scoraggiati né dall'intenso traffico nelle vicinanze, tantomeno dalla strada sotto il sole cocente che dobbiamo sopportare per raggiungere le celebri Cascate del Mulino.

Il nome “Saturnia”, senza conoscere nulla sull’etimologia, l’ho subito associato alla mitologia greco-romana. In effetti deriva da “Saturno”, un dio venerato dai romani che, adirato per i continui dissidi tra i comuni mortali, scoccò una saetta addosso ad un vulcano dalla cui ferita iniziò a sprizzare acqua calda sulfurea.

Uno scatto d’ira che, stranamente, non ha seminato morte e distruzione ma, piuttosto, ha creato un capolavoro della natura.

In effetti solo viaggiando di fantasia sarebbe stato possibile immaginare delle cascate di confortevoli acque calde che, ininterrottamente scorrono su questa scalinata di rocce levigate dal loro ininterrotto flusso.

E’ una spa naturale dove ognuno può ritagliarsi il suo spazio in una delle tante piccole pozze simili a tinozze dove potrà allegramente sguazzare.

Per completare il nostro personale e totalmente gratuito trattamento benessere, raschiamo fango dal fondo e ce lo spalmiamo sul corpo, lasciando che i raggi del sole lo asciughino.

Saremmo rimasti ancora a lungo, ma ci tocca tornare alla base.

SPIAGGIA LUNGA DELL'ARGENTARIO

Vorremmo farci stupire da una bella spiaggia, dopo il passo falso del giorno precedente, e abbiamo a disposizione un’ultima giornata che sfruttiamo per lanciarci in direzione Argentario.

A guardarlo sulla mappa, è un pezzo di terra in mare ormeggiato alla terraferma da alcuni sottili istmi.

Lo sperone è piuttosto suggestivo e morfologicamente aspro, ma il menù dei posti per un tuffo è piuttosto ampio. Optiamo per un nome che, a dispetto, si preannuncia poco accattivante, “Spiaggia Lunga”.

Affrontiamo una ripidissima discesa che al ritorno si trasformerà in una terribile impennata tra oliveti e macchia mediterranea. Il passamano in legno si rivelerà, in alcuni punti, una vera benedizione che ben allevia le difficoltà.

Sotto la gola dell’imponente monte, s’incunea questa spiaggia di sabbia dagli spessi granuli scuri. Il fondale è estremamente ghiaioso e camminarci è come passeggiare scalzi e bendati su di un ammasso di sassi. Ma diventa presto profondo e, dopo vari inciampi, diventa un rigenerante bagno in un’acqua fredda e salata a puntino, al contrario degli alto adriatici lidi ai quali siamo abituati.

UN ENTROTERRA PITTORESCO

La Maremma grossetana è in larga parte una campagna brulla ma godibile con una sua pittoresca personalità. Abbiamo apprezzato molto la punteggiatura di fieno imballato in primo piano sugli sfondi collinari.

Nonostante l’apparenza arida, alla sua vista l’animo non rimane indenne da emozioni. Alcune fotografie sono semplicemente straordinarie nella loro semplicità, come quella processione di cipressi infilzati sul dorso giallo di un colle che ci ha incantati.

Un sincero elogio va agli agriturismi, veri protagonisti di queste realtà rurali. Standing ovation per la cucina fatta di sapori autentici frutto di orti e allevamenti all’antica maniera e secondo tradizione.

SIENA E VIAGGIO DI RITORNO

La nostra vacanza ha le ore contate e le porte di Firenze sembra siano particolarmente intasate. Ma abbiamo un piano B per evitare la città del giglio e cogliere l’opportunità di visitare quella del palio.

Siena non ha bisogno di presentazioni e lo dimostrano i suoi meravigliosi vicoli medievali invasi da genti di ogni lingua.

L’eminenza architettonica che ci ammalia maggiormente è la celeberrima e centralissima Piazza del Campo, avvallata “a conchiglia” per meglio assolvere la funzione di un tempo quando era il punto di convergenza delle acque meteoriche della città e non il monumento immortalato da milioni di flash.

Questa piazza, tra l’altro, fu territorio franco, libero da qualsiasi bandiera di contrada. Dettaglio non trascurabile, visti gli storici campanilismi locali.

Il tragitto del ritorno è un brodo lungo ma gustoso da Empoli passando per Pistoia, regno dei vivai e piante ornamentali che la incoronano tra le città più green d’Europa.

Varcato il confine con l’Emilia Romagna

, proseguiamo con le statali forando l’Appennino bolognese e giungendo infine a Casalecchio attraverso la “Porrettana” che taglia il grazioso borgo termale di Porretta Terme.

Anche questa volta, disfiamo valigie più cariche di quelle prima della partenza.

E’ il peso di nuove sensazionali esperienze di viaggio.


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