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La grande bellezza dell'Insenatura Acquaviva Marina di Marittima (LE)

Aggiornamento: 17 ago 2022

Recitava una vecchia canzone, "Ognuno ha il suo mare", per dire che ciascuno di noi ha il suo posto del cuore. Queste parole mi portano sull’ onda dei miei ricordi d’infanzia e adolescenza. Rievocano tempi, luoghi e atmosfere, ormai, anche molto lontani.

Ho trascorso la prima parte della mia vita in una terra fantastica. Anche se forse sarebbe più corretto parlare di terre fantastiche, perché il Salento, 3000 chilometri quadrati in mezzo a Ionio e Adriatico, è un mosaico di storie, geografie, architetture anche molto diverse tra loro.

E poi, esattamente come quando si perde qualcuno di molto caro, ci si rende conto della bellezza di questa terra, solo anni dopo averla lasciata per i più disparati o disperati motivi. Spesso non abbiamo, però, colto tutta questa straordinarietà.

Forse anche io me ne accorsi solo quando mi allontanai dal mio paese d’origine Marittima.

Come è facile intuire, questo piccolo borgo del Basso Salento deve il suo nome alla vicinanza con il mare Adriatico e, secondo alcune fonti, ai “Maritimi”, l’antico popolo di navigatori ai quali forse si deve la sua fondazione.

A Marittima toccò subire nel corso dei secoli pesanti depredazioni e distruzioni ad opera di scorribande turche. Una sorte che purtroppo si abbatté su tutta l’intera fascia costiera dei dintorni.

Torre Capo Lupo”, tra le attrazioni della zona, è proprio la dimostrazione del sistema difensivo salentino eretto a guardia di un Adriatico all'epoca sovente infestato da pirati.

L’antico bastione è comunque tuttora in piedi e riporta ancora un fascinoso quanto inquietante squarcio strutturale dovuto ad un cannoneggiamento perpetrato a quei tempi da un galeone.

Marittima, realtà rurale a vocazione prettamente agricola, ha però ultimamente conosciuto una fase di forte ascesa nel settore turistico.

Qui non è più cosa rara avvistare volti noti di TV e cinema, star internazionali e VIP a vario titolo. E con l’acquisto di un immobile, alcuni di loro ne sono addirittura diventati cittadini a pieno titolo.

La Marina di Marittima è compresa tra la famosa Castro e quella di Andrano. È lunga giusto una manciata di chilometri da farsi in scarsi dieci minuti d’auto, ma si fa comunque ricordare per l’elevata concentrazione di scorci davvero suggestivi.

Non ha nulla a che vedere con le molli sabbie, questa è scogliera pura di roccia aguzza e increspata come le onde del suo mare blu e profondo.

Il litorale accidentato e aspro, è sicuramente sconsigliato ad avventori di spiagge comode o comunque a nuotatori non esperti

Per questo motivo, qui la mano umana ha limato, livellato, stemperato questi scogli appuntiti per rendere abbordabili luoghi magnifici altrimenti raggiungibili solo a costo di enormi fatiche.

Senza tuttavia comprometterne l'animo selvaggio e indomo dove, a mio avviso, risiede tutta la sua bellezza e particolarità.

Queste indubbie preziosità paesaggistiche , da diversi anni, sono passate sotto il protettorato ambientale del “Parco Otranto - Santa Maria di Leuca” che cela, proprio sotto la sua rigogliosa macchia, un’inaspettata sorpresa.

E' l’insenatura “Acquaviva”, fiore all’occhiello della “Marina” che inorgoglisce gli autoctoni e costituisce un approdo naturale al riparo da acque troppo irrequiete appositamente creato da madre natura.

Come nel remoto 1880, quando ai passeggeri del piroscafo britannico “Travancore”, Acquaviva tese la sua mano offrendo uno sbarco sicuro e scongiurando una tragedia immane.

Per gli stessi motivi, fino a pochi anni fa, il fiordo ha assolto le funzioni di rimessaggio per i piccoli gozzi dei locali, mentre attualmente è ad esclusivo utilizzo balneare.

Questa splendida opera naturale può essere raggiunta mediante la litoranea con la “SP 358” in direzione Otranto o Leuca, a seconda del verso di provenienza.

Altrimenti, semplicemente seguendo le indicazioni per il mare, scavallando la lieve altura sulla quale sorge il grazioso paesino di Marittima.

Dopo aver affrontato un paio di curve a gomito scavate tra campagne terrazzate e oliveti e casette in pietra, quando l’asfalto finisce di srotolarsi a valle, vi troverete affacciati su un balcone dal quale potrete contemplare appena una pittoresca preview di quanto vedrete in seguito.

A questo punto, per raggiungere le rive dell’insenatura, avete tre opzioni che corrispondono ad altrettante scalinate. Un’agevole in pietra e cemento e un’altra più accidentata che traforando il boschetto diventa praticamente un breve trekking. I più temerari sceglieranno l’ultima delle soluzioni che invece li accompagnerà dritti alle estreme sporgenze sul mare aperto.

Qualunque sia la vostra scelta, vi calerete in questa magnifica baia ritagliata tra due codoni di roccia come due mani quasi giunte che abbracciano uno straordinario gioco di sfumature d’azzurro liquido.

Questa bellezza quasi surreale non fa superstiti. Quindi arrendetevi e fatevene travolgere.

Qui la mano divina ha impastato terra roccia e acqua con la dedizione più profonda ed ha creato una colossale attrazione naturalistica.

Il mare è recintato da questi due costoni, due grandi ali di pietra alte e imponenti, costellate da ciuffi d’erba grassa a spot simili a fioriere spontanee mediterranee.

Una di queste ali è ripida e spiove violentemente sul mare, mentre la sorella a fianco è più doma e meno scoscesa. Per questo motivo, ai loro piedi, la magnifica vasca di mare si taglia in due parti, in due corsie d’acqua soggiogate da diverse esibizioni di luce e ombre.

Il gioco di penombra e luce crea qui un’acqua cupa e sovrastata e, lì, un’altra chiara, trasparente, tanto illuminata da sfoggiare orgogliosa i suoi fondali.

Il denominatore comune è la temperatura acquea, diffusamente sotto la media per il periodo se confrontata con altri posti vicini.

Non a caso, e lo ribadisce anche l’etimologia del nome, qui l’acqua è viva e beneficia di un sistema di raffreddamento dovuto alle falde sotterranee, al freddo rabbocco congiunto di altre vene sotterranee.

Le potete facilmente riconoscere nelle chiazze dove il pelo d’acqua è sfocato come una macchia su uno specchio perfettamente lindo.

Osservandola navigandoci vicino, l’insenatura Acquaviva brilla come il sontuoso corridoio di mare che conduce alla più esclusiva camera di questo pezzo di costa.

Ogni avventore si è ritagliato qui il suo spazio: chi sonnecchia beato sui terrazzini di pietra; chi seduto sui gradini che spuntano dal bosco e chi, invece, è appollaiato sulla tribuna più gettonata, il costone più dolce con vista panoramica.

Una cosa è certa: sono tutti spettatori non paganti di uno show che non può avere un prezzo.

Quando l’estate sarà finita, Acquaviva rimarrà bella comunque. Nelle giornate di pioggia, il canalone farà scrosciare la sua piena con la forza di una cascata e penserete di trovarvi

in tutt’altro posto,

Se dovesse invece scendere la neve, allora diventerebbe un presepe d’ineguagliabile magia e particolarità.

In ogni caso, se ci verrete una volta, ci tornerete.

Coniando una famosa espressione di migliaia d’anni fa, un salentino direbbe: “Veni, Vidi e Torni”.

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