LA PROVINCIA ITALIANA VESTE I COLORI DELL'ORIENTE
Sarà Forlì, piccolo capoluogo di una terra che fu anche bizantina, la sede scelta per il “Festival dell’Oriente”. Questa ormai importante sfilata di cultura e tradizioni orientali, sarà aperta al pubblico nei fine settimana tra marzo e aprile 2022.
E’ sabato pomeriggio, il sole splende e la primavera sta lentamente sbocciando. Resistiamo alla tentazione di andare a passeggio sulle spiagge e decidiamo di fare una visita a questa ormai conosciuta esposizione.
Parcheggiamo con facilità, senza girotondi a vuoto, nell’ampio piazzale esterno al quartiere fiera e ci accorgiamo di essere i soli in coda davanti alla biglietteria.
Ci sale il sospetto che la manifestazione sia un flop, ma ormai abbiamo pagato dazio e ci conviene entrare.
L’ingannevole deserto esterno contrasta con la gremita partecipazione alla kermesse tra le alte mura del polo fieristico che fungono da sottile linea di demarcazione tra un Oriente tutto da scoprire e l'ordinario Occidente di ogni giorno.
Varcata la soglia d’ingresso, ci assale un vento fatto di quegli inconfondibili aromi e fragranze forti e decise che spirano da Est. Per gente come noi, curiosi e appassionati di certe filosofie, significa ritrovarsi catapultati in tutto ciò che, fino a quel preciso istante, avevamo conosciuto solo per mezzo di libri e manuali di settore.
Comprendiamo immediatamente che, prima di addentrarci tra le innumerevoli attrazioni, ci conviene stilare a mente un viatico da seguire in modo da non tralasciare nulla da vedere, tanto è immenso lo spazio allestito.
STREET FOOD, MASSAGGI,PRODOTTI ALIMENTARI
La prima impressione che abbiamo, è di essere finiti nel tempio dedicato alla cura del corpo e della mente, nel gigantesco scomparto delle alternative naturali che schivano perentorie ogni genere di prodotto partorito dalla chimica o comunque dalla farmaceutica convenzionale.
Giusto per rimanere in tema, il principale “mantra” sbandierato da queste lontane culture, è la ricerca in natura e soprattutto in noi stessi della panacea per ogni male sofferto. E soprattutto, un “mens sana in corpore sana” che anche i nostri progenitori latini hanno tentato, spesso invano, di insegnare e tramandare.
Durante la visita, molte sono le professioniste d’Asia che ci propongono i loro rilassanti massaggi per un’ anteprima gratuita della durata di cinque minuti. Se soddisfatto, il cliente può acquistare la prestazione in toto in un secondo momento. E molte sono le schiene stressate che si prestano al sapiente impasto di queste mani esperte.
Lo stomaco inizia a borbottare e abbiamo l’imbarazzo della scelta sui rimedi per placarne i capricci. Lo street food sotto i tendoni propone le celebri leccornie made in Orient che non hanno bisogno di presentazioni e che tutti abbiamo sicuramente collaudato negli onniscienti ristoranti asiatici in patria. Fumano invitanti pollo tandori, sushi e sushimi, spaghetti di soia, rane fritte o Pad Thai, pronti per essere degustati.
Ma le bancarelle della gastronomia orientale fanno anche piena mostra di rigogliosi mucchi di frutta rigorosamente disidratata come gli esotici zenzero, pomelo, mango, oltre ad un’infinità di sacchetti di polveri di spezie.
Un improvviso calo di zuccheri? Niente paura, ci sono i turchi con le loro eccellenze glucidiche pronte a deliziarvi.
Aldilà di questo, non è sicuramente il cibo il cavallo di battaglia dell’evento . In fin dei conti, il settore dei sapori è probabilmente tra i più sdoganati del fronte orientale e, del resto, non sarebbe una grossa sorpresa se, all’estero, presso una fiera di prodotti italiani, ci presentassero un piatto di spaghetti al pomodoro.
BALLI E DANZE TRADIZIONALI
Uno degli aspetti invece più interessanti e meno blasonati che abbiamo appreso da questa esperienza, sono stati gli spettacoli danzanti sui palchi e vari balli di gruppo in costume tra turbanti e sensuali ballerine al ritmo di seducenti musiche orientali.
Tra questi, merita menzione speciale la cosiddetta “danza del leone”. Questo show ci ha infatti lasciati profondamente ipnotizzati pur trasmettendoci qualche brivido per l’ apprensione. E’ una danza tradizionale cinese che si ripropone durante il Capodanno come rituale portafortuna e viene eseguita da un paio di esperti acrobati che, sotto un finto scalpo dell’animale, saltellano da una parte all’altra come in uno spericolato gioco di piattaforme mimando le movenze del temuto re della foresta.
IL GIAPPONE E LA CINA TRA STORIA E TRADIZIONI
Anche il Giappone contribuisce preziosamente alla festa regalandoci caratteristici scorci delle sue bellissime terre. Abbiamo apprezzato la “Machiya”, tradizionale casa giapponese in legno, e il tipico giardino “zen” con le sue amabili amache avvolgenti come fagottini.
Ma non è tutto. Più in là raggiungiamo una fedele riproduzione del “cimitero dei Samurai”, con numerose stele riportanti epigrafi in madrelingua ordinatamente disposte su di un campetto e una squadra di guerrieri in religiosa commemorazione dipinta sullo sfondo.
Ogni tanto incontriamo, come altarini, statue del massimo simulacro buddhista, il Gautama nella sua posizione preferita a infondere pace e tranquillità d’animo.
Tra le miriadi di prodotti, facciamo un cenno all’enorme offerta di speciali pitture, i “mandala”, disegni dalle proprietà terapeutiche e strumenti utili alla meditazione che, eminenze in campo psicanalitico come Jung, hanno impiegato con efficacia per il raggiungimento dell’equilibrio psicofisico dei loro pazienti. Li vediamo stampati su delicata carta di riso che, all’occorrenza, si potrebbe usare per avvolgere gustosi involtini da mangiare.
Sul finire del nostro giro, siamo passati davanti a una breve militaria cinese dove erano sfoggiate alcune uniformi storiche dell’esercito e, proprio accanto, una fascinosa e a tratti inquietante ricalcatura del leggendario esercito di terracotta. Secondo studi storici, Quin, primo di una lunga dinastia di imperatori di Cina, si fece plasmare dal fango un’altra armata, diremmo ultraterrena e pietrificata, da comandare e che l’avrebbe difeso anche quando sarebbe passato a miglior vita.
Per chi volesse un souvenir non indelebile a ricordo di questa esperienza, esperti tatuatori “hennè” sono a disposizione per un evocativo murales sulla pelle.
A noi invece ci è bastato fare un giro qui, respirare un mondo diverso e staccare da quello quotidiano, vivendo un momento spirituale e introspettivo con noi stessi.
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